venerdì 18 febbraio 2011

Odio gli indifferenti

Odio gli indifferenti. 
Credo che "vivere vuol dire essere partigiani".
Chi vive veramente non può non essere cittadino, e parteggiare. 
Indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.

L'indifferenza è il peso morto della storia. E' la palla di piombo per il novatore, è la materia inerte in cui affogano spesso gli entusiasmi più splendenti.
L'indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera

E' la fatalità; e ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che si ribella all'intelligenza e la strozza. 

Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, non avviene tanto perché alcuni vogliono che avvenga, quanto perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia fare, lascia aggruppare i nodi che poi solo la spada potrà tagliare, lascia promulgare le leggi che poi solo la rivolta farà abrogare, lascia salire al potere gli uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. 


La fatalità che sembra dominare la storia non è altro appunto che apparenza illusoria di questa indifferenza, di questo assenteismo. 
Dei fatti maturano nell'ombra, poche mani, non sorvegliate da nessun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa. 
I destini di un'epoca sono manipolati a seconda delle visioni ristrette, degli scopi immediati, delle ambizioni e passioni personali di piccoli gruppi attivi, e la massa degli uomini ignora, perché non se ne preoccupa. 

Ma i fatti che hanno maturato vengono a sfociare; ma la tela tessuta nell'ombra arriva a compimento: e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia che un enorme fenomeno naturale, un'eruzione, un terremoto, del quale rimangono vittima tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. 
E questo ultimo si irrita, vorrebbe sottrarsi alle conseguenze, vorrebbe apparisse chiaro che egli non ha voluto, che egli non è responsabile. 
Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi anch'io fatto il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, il mio consiglio, sarebbe successo ciò che è successo? Ma nessuno o pochi si fanno una colpa della loro indifferenza, del loro scetticismo, del non aver dato il loro braccio e la loro attività a quei gruppi di cittadini che, appunto per evitare quel tal male, combattevano, di procurare quel tal bene si proponevano.

I più di costoro, invece, ad avvenimenti compiuti, preferiscono parlare di fallimenti ideali, di programmi definitivamente crollati e di altre simili piacevolezze. Ricominciano così la loro assenza da ogni responsabilità. E non già che non vedano chiaro nelle cose, e che qualche volta non siano capaci di prospettare bellissime soluzioni dei problemi più urgenti, o di quelli che, pur richiedendo ampia preparazione e tempo, sono tuttavia altrettanto urgenti. 
Ma queste soluzioni rimangono bellissimamente infeconde, ma questo contributo alla vita collettiva non è animato da alcuna luce morale; è prodotto di curiosità intellettuale, non di pungente senso di una responsabilità storica che vuole tutti attivi nella vita, che non ammette agnosticismi e indifferenze di nessun genere.

Odio gli indifferenti anche per ciò che mi dà noia il loro piagnisteo di eterni innocenti. 
Domando conto ad ognuno di essi del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto

E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime. Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze virili della mia parte già pulsare l'attività della città futura che la mia parte sta costruendo. 
E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c'è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano nel sacrifizio; e colui che sta alla finestra, in agguato, voglia usufruire del poco bene che l'attività di pochi procura e sfoghi la sua delusione vituperando il sacrificato, lo svenato perché non è riuscito nel suo intento.

Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.

"La Città futura" di Antonio Gramsci, pp. 1-1 Raccolto in SG, 78-80

lunedì 14 febbraio 2011

INNAMORATEVI della vita

Dilapidate la GIOIA, sperperate l'ALLEGRIA ..fate scoppiare in faccia alla gente la FELICITA'!!

Buona festa del "Ti Voglio Bene"


(Tratto da "la tigre e la neve" - 2005 di Roberto Benigni)

giovedì 10 febbraio 2011

Migliaia di lezioni HD online, gratuite e alla portata di tutti.

Khan Academy è un imponente progetto online nato e sviluppatosi per la maggior parte grazie ad un’unica persona, il suo fondatore Salman Khan. Si tratta di un portale che offre al momento oltre duemila video di materie che spaziano dalla matematica alla chimica e dall’economia alle scienze. I filmati hanno tutti una durata di massimo dieci minuti, garantendo in questo modo la possibilità di apprendere ogni argomento gradualmente, e ogni lezione viene impartita mostrando appunti e spiegazioni scritte su una tavoletta grafica dallo stesso Salman, proprio come su una vera lavagna.

Khan Academy è una vera e propria organizzazione educativa non profit e di recente è stata insignita del prestigioso Tech Award in Education, una sorta di Premio Nobel dell’educazione. Il sito è una vera miniera di risorse in continua espansione che consente ogni mese a ben 70 mila studenti di tutto il mondo, per la maggior parte di Asia e Sudamerica, di seguire lezioni e di esercitarsi. L’iniziativa col tempo ha coinvolto anche diverse associazioni che offrono l’accesso a Khan Academy anche a chi non è raggiunto dalla rete, attraverso server off-line.
La domanda che sorge spontanea, a questo punto, è come sia possibile che tutto questo sia realizzato e gestito da una sola persona, e per di più gratuitamente. La risposta migliore è nelle parole dello stesso Salman Khan: «L’Academy non serve per fare soldi. All’università io ho studiato ingegneria e ho fatto davvero tanti progetti inutilizzati... è stupendo vedere una propria idea usata da migliaia di ragazzi!».

Per seguire gli sviluppi del progetto ed essere aggiornati sulle sue novità è anche possibile iscriversi al canale YouTube Khan Academy. Al suo interno, oltre alle lezioni di cui si è detto, è possibile visualizzare interviste e interagire con gli altri utenti e con lo stesso fondatore di questa bella iniziativa.
E' installabile anche su iPhone e iPad, senza passare per iTunes per l’acquisto. Tra le app più interessanti in campo didattico ho trovato KhanApp che ripropone sui dispositivi mobili le eccellenti lezioni on-line che potete trovare sul sito Khan Academy, certamente un’applicazione ideale per chi ricerca contenuti didattici di qualità.
Su Open App Marketplace trovate anche app per Android.



(fonti: innovascuola.gov.it, vocescuola.it, khanacademy.org)